GIORGIO ALBANI
E’ stato e sarà sempre ricordato sicuramente come un “grande” del ciclismo Giorgio Albani, scomparso questa mattina nella sua casa di Monza dove era nato nel giugno del 1929. Monzese purosangue, orgogliosamente, persona equilibrata, retta, giusta, sin dalla più giovane età, è stato dapprima apprezzatissimo corridore che sapeva difendersi su tutti i terreni, un “duro” in corsa che mai si arrendeva, nonostante l’aspetto e l’aria che gli conferivano gli occhialini e che gli valsero i soprannomi di “ragioniere” o “professore” già in giovanissima età. Lasciamo agli annuari sportivi la sua carriera che è stata valorizzata dalla vittoria in sette tappe del Giro d’Italia dove ha indossato anche la maglia rosa, da una casacca tricolore e da altre affermazioni di rilevantissimo prestigio. Una curiosità: condivide con Toni Bevilacqua un primo posto ex-aequo nella coppa Bernocchi del 1953 dato che, giudice d’arrivo Vincenzo di Cugno, fondatore della categoria dei giudici di gara, con nessun mezzo si riuscì a individuare chi avesse superato per primo la linea d’arrivo. Un caso rarissimo.
Il glorioso Pedale Monzese è stato la sua culla ciclistica e ne era ancora il presidente ora mentre nel professionismo vestì soprattutto il colore verde-ramarro della gloriosa Legnano. Nel 1958 passò, ancora come corridore ma in realtà ne era il direttore sportivo e l’anima, alla Molteni. Una storia gloriosa, contrappuntata di grandi nomi, di grandi vittorie che brilla di luce propria nella storia mondiale del ciclismo. Un nome per tutti è quello di Eddy Merckx.
Nel 1976 termina la grande parabola della formazione blu-camoscio e Giorgio Albani rientra alla grande, nel mondo del ciclismo nel 1982, quale condirettore di corsa delle gare della Gazzetta dello Sport, su indicazione di Fiorenzo Magni a Vincenzo Torriani. E continua poi con Castellano nella delicata posizione, in vettura a fianco del presidente di giuria, fino al 2006.
E’ da subito un riferimento fidato, fidabile, stimato da tutti gli attori – in primis i corridori – e operatori della corsa per la sua grande competenza e il suo equilibrio, mai ostentati ma sempre esercitati con misura, diplomazia ed educazione uniche.
La famiglia è sempre stata il suo faro e ha sempre affiancato all’attività nel ciclismo anche il lavoro in varie attività, sempre con il medesimo stile e molteplici capacità che ripagavano abbondantemente la fiducia che in lui tutti riponevano.
Bene ha fatto Claudio Gregori ad abbinare la figura di Giorgio Albani a quella di Alfredo Martini nel suo ricordo su La Gazzetta dello Sport.
Li accomunava anche la fraterna amicizia con Fiorenzo Magni, Ernesto Colnago, Luigi Sardi, “il maresciallo”, suo d.s. nel Pedale Monzese, Giacomo Fini, poi con Rosella Bonfanti, suo collega alla condirezione di corsa, Vito Mulazzani, il régulateur per antonomasia e suo “terminale” in corsa, il cartografo Cesare Sangalli e molti altri protagonisti o comprimari di un “grande ciclismo” che annovererà e ricorderà sempre Giorgio Albani, sinonimo di competenza, riservata capacità e straordinaria serietà.
Ai famigliari i dirigenti e la struttura della Lega del Ciclismo Professionistico esprimono il più sentito e affettuoso cordoglio.
I funerali si svolgeranno domani 30 luglio – alle ore 14 presso la chiesa Regina Pacis – via Buonarroti 45 – MONZA