Si è spento ieri, lunedì 13 aprile 2020, all’Ospedale di Padova, dove era ricoverato da alcuni giorni in Terapia Intensiva, l’ex vicepresidente della Federazione Ciclistica Italiana, Flavio Milani. Aveva 80 anni ed era stato tra i fondatori del benemerito Gruppo Ciclistico Cartura Nalin. Milani sin dagli anni Sessanta è stato uno dei pilastri del ciclismo a livello regionale e nazionale. Ha ricoperto diversi ruoli nei vari settori, oltre a quello di vicepresidente federale anche quello di responsabile della Commissione Tecnica Nazionale.
La Lega del Ciclismo Professionistico esprime il proprio cordoglio e porge le più sentite condoglianze alla moglie, Nives Piccinini, attraverso il consiglio direttivo e tutto il suo personale.
A dare la notizia della scomparsa di Flavio Milani sono stati l’ex presidente della Fci, Raffaele Carlesso e il presidente del Comitato Veneto, Igino Michieletto. “Sapevo che Flavio era ricoverato da diversi giorni in ospedale – ha precisato Carlesso con evidente commozione – ed ero preoccupato. Giornalmente sono stato in contatto con la sua famiglia. Ma oggi è arrivata la notizia che nessuno si aspettava”. “Lo ricordo con grande affetto – ha osservato dal canto suo Michieletto – perché è stato uno dei punti di riferimento di tutto il nostro movimento. Lo avevamo visto lo scorso dicembre in occasione della cerimonia delle premiazioni del Ciclismo Veneto ed era felicissimo, quasi imbarazzato, perché gli avevamo consegnato il riconoscimento alla carriera per ringraziarlo di tutto il lavoro svolto a favore del nostro amato sport. Ripeto lui che era sempre spontaneo e sincero ma quella volta era apparso piuttosto emozionato perché probabilmente non se lo aspettava e anche le sue parole di ringraziamento erano state pronunciate con commozione. Era stata poi la signora Nives, sua moglie, a ‘spingerlo’ a salire sul palco per riceverlo”. Milani era una persona molto educata e rispettosa ma quando era con gli amici non si risparmiava raccontando aneddoti divertenti come quella in dialetto veneziano (per diversi anni aveva lavorato nel centro storico di Venezia n.d.r.) del “Gatto furbacchione”. “Ciao e grazie di tutto Flavio – ha concluso Igino Michieletto – e che la terra ti sia lieve”.