Milano, 3 dicembre 2014
La scomparsa, avvenuta venerdì 28 novembre, di Renato Sacconi, conduce al ricordo di un personaggio che ha riservato al ciclismo, in tutte le sue sfaccettature, molto tempo dei suoi novant’anni.
La figura, il ruolo di riferimento, è sicuramente, in modo assolutamente prevalente, quello del giudice di gara che ha sempre interpretato con in una mano il regolamento e nell’altra il buonsenso, secondo gli insegnamenti di Adriano Rodoni, il “presidentissimo” del quale Renato Sacconi godeva dell’amicizia.
In questi giorni è stato ricordato l’episodio che l’ha visto ricoprire il ruolo di protagonista, suo malgrado, quando ha scoperto il belga Michel Pollentier, in maglia gialla, barare spudoratamente a un controllo medico al Tour de France 1978 con arrivo all’Alpe d’Huez.
Quale giudice di gara Renato Sacconi ha raggiunto i massimi traguardi della categoria, una delle “giacche rosse” (la divisa che distingueva i commissari internazionali U.C.I. fino a venticinque anni fa circa) che si possono definire, in ambito ciclistico, storiche.
E’ stato anche eletto nel consiglio federale della F.C.I. e, sempre nell’area federazione, ha ricoperto sovente vari incarichi di fiducia – nazionali e regionali – per guidare e gestire differenti situazioni che richiedevano conoscenza dell’ambiente e dei regolamenti e, soprattutto, capacità di gestione. Una dote che Renato Sacconi aveva innata e che potrebbe rappresentarsi con il proverbio “mano di ferro in guanto di velluto”.
E’ stato una presenza costante pure in varie commissioni e momenti della vita – delle varie vite – della Lega Ciclismo del Professionistico già dai tempi dell’U.C.I.P. – e di altre associazioni del ciclismo.
Era sempre disponibile, fino a pochi anni fa, sempre con particolare discrezione, in diversi momenti e funzioni.
I dirigenti e tutto il personale della L.C.P, con le differenti componenti del movimento professionistico, esprimono alla famiglia di Renato Sacconi il più sentito cordoglio e affettuoso ricordo così come molti dei suoi colleghi giudici di gara, dirigenti e molti appassionati di ciclismo presenti in notevole numero alle esequie celebrate nella “sua” Baggio, storico quartiere di Milano, ieri mattina.