Un riconoscimento di valore assoluto e un traguardo per il mondo del ciclismo.
Il prossimo 7 dicembre Domenico De Lillo sarà insignito del premio Ambrogino d’Oro, prestigiosa onorificenza consegnata dal Comune di Milano a tutti coloro che hanno fatto brillare il nome della città, la cui cerimonia si svolge proprio nel giorno della ricorrenza del Santo patrono.
Figura illustre del mondo del ciclismo, vissuto da atleta, tecnico, imprenditore e dirigente, Domenico De Lillo si è sempre distinto per i propri successi, ma soprattutto per una passione e una professionalità che lo hanno consacrato di diritto tra le figure più significative del panorama italiano e internazionale.
DOMENICO DE LILLO
Milanese doc, Domenico De Lillo nasce il 30 agosto 1937 nel quartiere Isola. Figlio di Pasquale ed Emma, eredita dal padre un’immensa passione per il ciclismo. Sin dall’infanzia papà Pasquale accompagna Domenico al velodromo “Vigorelli” per assistere alle prime gare, che fanno crescere in lui il sogno di diventare un ciclista professionista. Affascinato da quelle corse al seguito di motociclette e dalla mitica figura dello stayer, inizia ad allenarsi all’età di 15 anni, ma è costretto ad aspettare la maggiore età per competere, visti i regolamenti.
Nella sua specialità diventerà una stella internazionale: nove volte campione Nazionale (1959, 1960, 1961, 1965, 1966, 1967, 1969, 1970, 1971), vince tre medaglie di bronzo ai Mondiali nel 1967, nel 1969 e nel 1971.
Ritiratosi dall’attività agonistica intraprende la carriera da allenatore di stayer e i suoi atleti conquistano quattro campionati del mondo (Vicino e Dotti, a Zurigo e Bassano del Grappa). Dal 1986 al 1989 diventa dirigente del team Bianchi, mentre dal 1994 è membro della Commissione Tecnica prima della FCI e poi della Lega del Ciclismo Professionistico.
I CICLISTI INSIGNITI DELL’AMBROGINO D’ORO
Prima di De Lillo il ciclismo aveva visto premiati Antonio Maspes nel 1961 con la medaglia d’oro, Sante Gaiardoni nel 1988 con un attestato e tanti industriali che hanno amato e amano il ciclismo, da Giovanni Borghi della Ignis e a Giorgio Squinzi di Mapei.