Il protagonista è ancora lui, questa volta anche con un pizzico di fortuna. Dopo aver trionfato alla Vuelta di Spagna e aver dominato il Giro dell’Emilia, Primoz Roglic conquista anche la 99a edizione della Tre Valli Varesine davanti a Giovanni Visconti e Toms Skujins. Decisivo l’attacco secco dello sloveno a 300 metri dal traguardo che non ha lasciato spazio di replica agli inseguitori ma soprattutto l’errore tragicomico degli altri favoriti in gara – Nibali, Mollema, Formolo e Valverde solo per citarne alcuni – che hanno sbagliato strada a 12 chilometri dal traguardo, seguendo una moto della televisione. Una distrazione fatale e inaspettata vista l’esperienza dei protagonisti, lanciati all’inseguimento di Luis Leon Sanchez, senza dubbio l’altro eroe di giornata con un attacco iniziato a 22 chilometri dall’arrivo e concluso a poche centinaia di metri dall’impresa.
Quella di Varese è la 13a vittoria in stagione per Roglic che difficilmente dimenticherà questo 2019. Un anno fantastico che consacra il talento di un “ciclista per errore” visto che fino al 2011 la passione dello sloveno era per il salto con gli sci. Nel 2013 il primo contratto da professionista e oggi la 35a vittoria in carriera.
Sorride Roglic che ora punterà al Lombardia, nonostante la fatica si faccia sentire, così come sorride Giovanni Visconti, secondo al traguardo di Varese, e sempre più vicino a conquistare la classifica individuale della Ciclismo Cup, competizione di 19 gare che assegna lo Scudetto del ciclismo italiano. Grazie anche ai suoi risultati, su tutti la vittoria all’ultimo Giro della Toscana, la Neri Selle KTM può pensare di sfilare il titolo all’Androni Giocattoli Sidermec, proprio all’ultima curva. Con due corse da disputare prima della fine, il distacco tra le due squadre è sempre minore e il margine per un sorpasso, comunque difficile, non manca. A breve verranno rese note le nuove classifiche aggiornate. Un testa a testa che si fa più vivo proprio nel giorno in cui la Lega del Ciclismo Professionistico ha deciso di denunciare l’UCI, Unione Ciclistica Internazionale, alla Commissione Europea per le pratiche restrittive che, secondo la Lega italiana, avrebbe messo in atto, tese a “favorire gli interessi commerciali dell’UCI a danno dei team e degli organizzatori” che non appartengono al World Tour.